Castello - ArnaldoRivera
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Castello

Grinzane Cavour

CARATTERIZZAZIONE GEOPEDOLOGICA
E INQUADRAMENTO CLIMATICO

 

Substrato geologico: MARNE DI SANT’AGATA FOSSILI TIPICHE; Età 10 milioni di anni (TORTONIANO).

Qui ci troviamo nella zona centrale delle Marne di Stant’Agata, nella zona di affioramento delle Marne di Gallo d’Alba. Con questa ulteriore denominazione i geologi hanno voluto identificare questa zona dove le Marne di Sant’Agata si presentano in una forma ben definita: strati di colore azzurrognolo con spessore costante, a frattura concoide, senza intercalazioni sabbiose e con frequenti fossili di organismi di profondità. È la forma tipica, che fu la base per la descrizione della formazione.

 

Suolo: BRUNO, MARNOSO, PROFONDO, PARZIALMENTE EVOLUTO.

La zona in cui si sviluppa il vigneto presenta i tratti tipici dei terreni con un certo grado di evoluzione. Quando i versanti hanno una pendenza non troppo accentuata i suoli possono conservarsi a lungo e non vengono continuamente ringiovaniti dall’azione delle acque come per i versanti più acclivi. Di conseguenza non avremo più terreno bianco, bensì suoli che tendono a colorazioni sempre più rossastre. Questo ci indica che sono iniziati processi pedogenetici (quantificati in migliaia di anni) che hanno un riflesso sulla vite importantissimo. Il colore è dovuto all’alterazione dei minerali originariamente contenuti nella marna di partenza, che si dissolvono liberando ossidi di ferro e manganese. Dalla loro alterazione si originano minerali argillosi ad elevato scambio, che generano fertilità con la loro azione di trattenuta e rilascio dei nutrienti. Queste argille di neoformazione si vanno ad aggiungere a quelle già esistenti nella marna di partenza determinando una fertilità molto buona. Essa potrebbe essere addirittura eccessiva per una viticoltura di qualità, ma qui l’assenza quasi totale di sabbia fa sì che intervenga la compattazione a calmierare il tutto ed a permettere al Nebbiolo, varietà incredibilmente trasformista, di esprimersi benissimo. Il colore del suolo di Castello ci dice che l’evoluzione qui è presente ma non è a livelli esasperati come per il versante Ovest della grande dorsale di Novello-La Morra.
L’ulteriore peculiarità che connota questa zona è il tenore di materiali terrosi trasportati anticamente dal rio Talloria, quando scorreva a quote molto più elevate di quelle attuali. Oggi possiamo dunque considerare quest’area come un terrazzo fluviale dove il suolo è il risultato dell’alterazione della marna sottostante mescolato a quello trasportato dal Talloria dalle zone più elevate delle Langhe. Questa conformazione rappresenta una peculiarità esclusiva all’interno della zona del Barolo.

 

Clima e inquadramento topografico: esposizione SUD-OVEST; quota 250 m slm; pendenza 10% circa.

Il vigneto è posizionato sulle basse colline che contornano la vallata del rio Talloria. La quota relativamente bassa e la prossimità alla vallata espone l’area a forti escursioni termiche e a gelate invernali piuttosto intense. Durante l’estate la zona è caratterizzata da un clima molto caldo e umido. La posizione topografica nel versante a debole pendenza permette all’acqua di mantenersi a buoni livelli anche nelle fasi più siccitose, concedendo alla vite un certo agio nell’approvvigionamento idrico, che possiamo poi rintracciare nei tannini del vino. Inoltre la colorazione scura del terreno, in combinazione con la esposizione a Sud-Ovest comporta un accumulo di calore nel suolo durante le ore pomeridiane, che viene poi ceduto durante le ore notturne, con un grande impatto sugli aromi, analogamente a quanto succede in Francia sui suoli ciottolosi delle Graves

A cura di Edmondo Bonelli, naturalista